Ci divertiamo anche in città

A Milano si può beneficiare della Terapia Ricreativa Dynamo® tutto l’anno, grazie al City Camp che si prende cura di bambini e ragazzi con patologie, dando sollievo alle loro famiglie, proprio come avviene al Camp di Limestre. E dal capoluogo lombardo i City Camp si stanno moltiplicando in tutta Italia

«Con i City Camp ci sentiamo meno soli». Ivan Brambilla, papà di Pierpaolo, 7 anni, ha partecipato a due sessioni famiglia in Toscana. «Non esiste un posto come Dynamo Camp», confessa, «una macchina organizzativa perfetta, dove nulla è lasciato al caso e dove finalmente anche noi genitori possiamo rilassarci, senza ansie né paure». Ma quella che Ivan definisce «un’esperienza straordinaria per tutta la famiglia» non si è esaurita al termine delle due sessioni. Tornati a casa, a Seregno, in provincia di Monza e della Brianza, i suoi figli hanno potuto continuare a beneficiare della Terapia Ricreativa. Una volta a settimana Ivan accompagna Pierpaolo e la sorella al City Camp di Milano, operativo da lunedì a venerdì durante il periodo scolastico e per 10 settimane, tutto il giorno, d’estate. Mentre i suoi bambini sono in compagnia dei Dynamìci, Ivan può lavorare nell’accogliente e silenziosa area dedicata allo smart working, al primo piano dell’headquarter milanese di Dynamo, in via Bovio 6. «Offrire questa possibilità ai genitori è un’ulteriore prova di estrema sensibilità a ogni aspetto della nostra vita. I City Camp rappresentano, del resto, la possibilità concreta di replicare un modello virtuoso, quello di Dynamo Camp, in realtà locali, dove questo network ha ancora più possibilità di fortificarsi», sostiene Ivan. «Quando nasce un bambino con difficoltà, la famiglia tende a isolarsi e anche le amicizie si diradano. Poter instaurare rapporti con altre persone che vivono le stesse difficoltà è invece di fondamentale importanza. Dynamo ha la capacità di costruire una rete molto forte, perché avvicina le nostre famiglie, che hanno veramente bisogno di condividere opinioni, consigli, esperienze. Un altro aspetto sorprendente è che prima di arrivare a Dynamo mia figlia aveva un atteggiamento molto ostile perché il suo fratellino non era come tutti gli altri. L’aver vissuto una realtà come Dynamo le ha fatto comprendere che la disabilità è negli occhi di chi guarda, che ognuno ha la propria identità, che va oltre le patologie. A Dynamo mia figlia ha legato con bambini con disabilità ben più gravi di quelle del fratello, ha compreso che ognuno ha una sua unicità e un suo valore. Adesso, dopo aver frequentato tutte le settimane i City Camp, ha espresso il desiderio di diventare Dynamìca quando sarà più grande. Un capovolgimento radicale che dimostra quanto Dynamo riesca a eliminare completamente il concetto di diversità».

In città si può così rivivere la stessa atmosfera del Camp, divertendosi con attività come teatro e hip-hop; al City Camp di Milano c’è anche uno studio con cuffie, microfoni e mixer che intrattiene, per lo più gli adolescenti, nelle trasmissioni di Radio Dynamo. Sofia Angelica Rossi, 28 anni, è una delle Responsabili attività che animano il City Camp milanese: «Pianifichiamo i momenti di intrattenimento tenendo sempre in considerazione le esigenze di tutti. Mentre conduciamo l’attività principale, altri colleghi (i cosiddetti Responsabili casetta) instaurano invece un rapporto uno a uno con i ragazzi che hanno più difficoltà, affinché ognuno possa cogliere il senso e le emozioni di ciò che sta accadendo. Si sviluppa così un’attività dentro l’attività, creata su misura per i Camper più bisognosi, di modo che tutti possano beneficiare della Terapia Ricreativa». Sofia Angelica ama proporre ai partecipanti lo storytelling sensoriale: «Racconto una storia sollecitando i loro sensi, in particolare utilizzando la stimolazione basale (attraverso la percezione corporea, si aiuta la persona a entrare in relazione con il proprio corpo, con chi le sta accanto e con ciò che la circonda, ndr) e gli strumenti Snoezelen (stimolazioni plurisensoriali che hanno lo scopo di generare delle reazioni da parte di coloro che si trovano in una condizione di disabilità cognitiva, ndr). I cinque sensi vengono quindi coinvolti in modo totalizzante e diventano parte integrante della storia, consentendo ai Camper di vivere l’esperienza in modo immersivo». Per lo staff Dynamo è un’esperienza emozionante: «L’universo di questi bambini e ragazzi è meraviglioso. Grazie alla sensorialità anche noi possiamo entrarvi in contatto e in comunicazione», rivela Sofia Angelica. «Gli sguardi dei genitori, poi, quando li vengono a prendere, sono qualcosa di molto potente da osservare. Si commuovono perché vedono i propri figli fare cose che fuori non succedono. In questi casi non servono le parole, bastano i loro occhi». 

Ma che Camp sarebbe senza Dynamìci? Anche ai City Camp i volontari sono il cuore pulsante delle attività. Ce ne sono decine che si alternano ogni giorno. C’è chi riesce a dedicare a Dynamo un giorno al mese, chi un giorno a settimana. Chi, come Gaetano Orlando, 45 anni, di Casatenovo (Lecco), veste i panni del Dynamìco almeno due volte a settimana. «L’anno scorso ci andavo anche quattro volte», precisa. «Poi, qualche cambiamento lavorativo mi ha costretto a ridurre la mia presenza», che resta comunque molto assidua. «Per arrivare impiego circa un’ora in auto, senza traffico». Ma il traffico, si sa, specialmente verso sera, a Milano, è un compagno fedele quanto sgradito per i pendolari. «Posso metterci anche un’ora e mezza/due per rientrare a casa. Tuttavia, è un sacrificio che faccio molto volentieri perché è diventato importante per me. E pensare che all’inizio ero molto titubante… Pensavo di non essere capace. La formazione è stata determinante. E lo staff mi ha incoraggiato: mi hanno detto che ero in gamba, che potevo farcela, e così stato». Che cosa spinge un uomo sposato, con una figlia adolescente, a dedicare così tanto tempo della propria vita a Dynamo? «Il desiderio di rendere la vita un po’ più semplice ai genitori. Dietro a questi bambini e ragazzi c’è sempre una famiglia che compie molti sacrifici. Anche solo cinque minuti di tranquillità per loro possono essere importanti: mi piace pensare di poter contribuire con il mio impegno. I volontari così assidui come me sono consapevoli di sacrificare molto tempo alle proprie famiglie. Per questa ragione mi piace pensare che anche mia moglie e mia figlia siano a loro modo volontari Dynamo, visto che partecipano a questa situazione e sono contente che io lo faccia. Il City Camp, infatti, è posto felice anche per noi volontari: si entra e si esce con il sorriso. La Terapia Ricreativa non ha benefici solo per i Camper ma anche per i Dynamìci: ci mette alla prova, ci cambia, ci allena a respirare più profondamente, ci fa arrabbiare un po’ di meno nella vita di tutti i giorni. Dynamo è uno stile di vita: mi ha insegnato che ogni persona va lasciata libera di esprimersi, che da ognuno deve prendere sempre la parte migliore dell’altro e che dobbiamo essere tutti più disponibili all’ascolto, perché non siamo abituati ad ascoltare il prossimo o lo ascoltiamo davvero poco». Il regalo più grande, per un volontario come Gaetano, è comunque il sorriso dei Camper durante le attività: «Ciò che mi resta sulla pelle è lo stupore nel constatare quanto possano cambiare grazie alla Terapia Ricreativa, il modo in cui riescono a esprimersi malgrado tutte le difficoltà. Così tu comprendi che stai dando il massimo per loro. Lo sapete che spesso sogno di vincere alla lotteria e con la vincita di aprire un Dynamo Camp in Valtellina? Sono convinto che avere più Camp in tutta Italia, da nord a sud, ci farebbe svoltare!».

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