«È stato uno dei più belli che abbiamo mai vissuto come famiglia. Il più intenso dal punto di vista emotivo». Con queste parole Claudia Sperduti ricorda il Capodanno 2025, che ha trascorso a Dynamo Camp con i suoi due figli e il compagno Simone. Sì, perché Dynamo non si ferma neanche durante le vacanze di Natale e, anzi, ogni anno fa vivere a molte famiglie sessioni speciali di una settimana. «In quei giorni abbiamo condiviso esperienze forti, abbiamo riso tanto con gli altri genitori e sono nate amicizie: con alcuni siamo ancora in contatto», spiega Claudia. «I nostri parenti e i nostri amici non ci fanno mai pesare nulla, ma viviamo spesso con la sensazione di dover gestire tutto e di avere poche opzioni da offrire per stare in nostra compagnia, soprattutto in occasioni così speciali. A Dynamo, invece, ci siamo sentiti leggeri, davvero “alla pari”, compresi. Non serviva scusarsi in continuazione o adattare ogni scelta al fatto che Lorenzo ha una disabilità. Non eravamo più soli nel prenderci cura di lui, e questo ha portato una serenità nuova anche nella relazione con l’altra figlia. Ci siamo concessi il lusso di respirare. E ce lo siamo goduto tutto, fino all’ultimo istante».
Nelle prime settimane di dicembre i dipendenti di alcune aziende che sostengono Dynamo sono al Camp per vestirlo di addobbi natalizi, attraverso una vera e propria attività di team building gestita da Dynamo Academy: «Pennarelli, cartoncini, forbici, colla e tanta fantasia, in perfetto stile Dynamo», sintetizza Nicoletta Meini, volontaria impegnata anche quest’anno a rendere il Camp ancora più magico per Natale. «A fine giornata lo Staff ci saluta e ringrazia, accendendo tutte le luci degli alberi addobbati: un momento di grande impatto che mi riempie sempre il cuore di gioia». Non solo, Nicoletta trascorrerà al Camp anche il suo secondo Capodanno, vestendo i panni di Dynamìca. «Mi piace viaggiare e il periodo natalizio è ideale per farlo, essendoci molti giorni di ferie a disposizione, ma nella sua semplicità il Capodanno a Dynamo resta dentro più degli altri. Quindi, ho deciso di esserci ancora. Mi è rimasto impresso lo stupore di un papà che, solo al quarto giorno di sessione, ha realizzato che eravamo volontari. Mi ha guardata e, incredulo, ha detto: “Ma voi, invece di andare a sciare con i vostri amici, avete davvero scelto di stare qui con mio figlio gratuitamente?”. Era un uomo riservato, ma in quell’occasione si è commosso, quasi fino alle lacrime. E al momento dei saluti finali ci ha abbracciato con una gratitudine così sincera da lasciarci addosso un’emozione fortissima». Nicoletta racconta che molti volontari fanno addirittura “a gara” per riuscire a partecipare alla sessione di Capodanno. «Festeggiamo in jeans o in tuta da ginnastica, ma permettiamo ai genitori che lo desiderano di prepararsi per la festa. Non è affatto scontato per loro. Quando ci confidano che è stato in assoluto il Capodanno più bello della loro vita, per noi è una carica di energia».
Durante la sessione di Capodanno, più lunga rispetto ai tradizionali weekend dedicati alle famiglie, è sempre protagonista la Terapia Ricreativa: «La mattina organizziamo programmi pensati per tutta la famiglia: arrampicata, tiro con l’arco, fattoria… Esperienze speciali, da condividere tutti insieme», spiega Simone Sichi, manager attività Dynamo Camp. «Nel pomeriggio, invece, i bambini partecipano ad attività create su misura per i loro bisogni, mentre i genitori possono scegliere tra proposte dedicate agli adulti, come nordic walking, tango, teatro o circo, da soli o in coppia. In questo modo, possono ritagliarsi qualche ora per sé. La fiducia che ci concedono nella cura dei propri figli è sempre qualcosa di straordinario, a prescindere dalla sessione». I momenti di convivialità hanno sempre la mensa come cornice ideale: se per il “cenone” è previsto un brindisi e un menù adattato all’occasione, di certo non può mancare il consueto rito del “buon appetito” e i balletti. Poi, tutti in teatro per uno spettacolo divertente in attesa della mezzanotte. «Anche i bambini che di solito si addormentano alle 21.30, in questa serata magica non si perdono un minuto e godono tutto fino alla fine», racconta Nicoletta.
«È vero: il Capodanno che ricordiamo come il più bello lo abbiamo passato con persone che, in fondo, erano perfetti estranei», conclude mamma Claudia. «Eppure Dynamo diventa famiglia in pochissimo tempo. Stare con persone che vivono difficoltà simili alle tue è quasi terapeutico. Ognuno reagisce in modo diverso, ma tutti conosciamo il peso e l’amore che ruotano attorno a un figlio fragile. E questo crea una comprensione immediata, autentica. Si torna a casa con l’idea che basterebbe davvero poco: se nella vita di tutti i giorni ci fosse anche solo una parte della gentilezza e dell’attenzione che si respira a Dynamo, per tante famiglie la disabilità sarebbe più gestibile. Quando c’è un figlio con disabilità grave, è quasi impossibile trovare strutture disposte ad accoglierlo davvero, soprattutto se ci sono terapie o farmaci da somministrare. A Dynamo, invece, è possibile allontanarsi, anche solo per due o tre ore, per riposare, partecipare a un’attività, ritagliarsi un momento di coppia o semplicemente uno spazio per sé. E quel tempo, quello spazio personale che normalmente non esiste, è prezioso. Ti rimette al mondo».