«Sul palco accade qualcosa di straordinario: ti liberi di tutto e ti concedi uno spazio sospeso, in cui esiste solo la storia che stai raccontando». Marco Iacomelli, direttore della Scuola Teatro Musicale, collabora alla realizzazione dei programmi di teatro di Dynamo Camp dal 2014. «Andare in scena significa mettersi in gioco», spiega. «è una sfida enorme. Come succede a ogni attore professionista, sul palco i Camper non si trovano davanti il pubblico, ma un muro nero. Ed è lì che entra in gioco la fiducia: nel team, nel lavoro fatto insieme, in ciò che è stato costruito. Sai che gli spettatori ci sono, ne percepisci la presenza, ma la tua attenzione deve restare fissa sul personaggio». L’attività di teatro fa parte dei programmi di Dynamo: tutti gli aspetti della creazione dello spettacolo, che si mette in scena a fine sessione, sono oggetto di collaborazione con e tra i Camper, proprio come prevede la Terapia Ricreativa. «La cooperazione è fondamentale: ognuno è parte di un ingranaggio, essenziale per il risultato finale. Ciascuno porta con sé la propria unicità, la propria esperienza irripetibile, e questo rende ogni rappresentazione viva, sempre differente. Ed è proprio così che il teatro insegna una lezione preziosa: il valore della collaborazione e del confronto con l’altro, che non annulla ma arricchisce l’esperienza comune».
«Il teatro racconta tutto dell’essere umano e cerca quindi di utilizzare tutto: corpo, voce, interpretazione ed emozione», continua Daniele Cauduro, attore, regista, sceneggiatore e responsabile delle attività di animazione del Camp. Per la performance finale si cerca di tenere conto delle caratteristiche di tutti: «Una volta formato il gruppo, il Responsabile Attività cerca di conoscere i ragazzi, di coglierne le sfumature. Poi si inizia a dare forma a un’attività teatrale che nasce dal percorso stesso, dall’inventiva e dall’iniziativa dei partecipanti. Spesso accade che al terzo giorno di sessione qualcuno dello Staff domandi: “Come va a teatro?” e la risposta sia: “Bene, la rappresentazione come sempre è in divenire!”. Perché nel frattempo emergono idee, prendono vita scene, qualcuno propone qualcosa di nuovo e inaspettato». Questa è un’altra peculiarità della Terapia Ricreativa: il programma può essere modificato in ogni momento per assecondare i bisogni del Camper. «Il concetto di teatro in movimento è straordinario: non si tratta di confusione, ma di un flusso vitale che sorprende, che mette in moto la macchina umana del teatro e che spesso rivela nei ragazzi potenzialità nascoste, sorprendendo persino loro stessi. In questo processo c’è spazio per l’improvvisazione, per l’ascolto e per la creatività libera: i ragazzi possono esplorare, proporre, dare forma a ciò che emerge dagli esercizi, dai giochi, dall’ambiente condiviso. Non è anarchia, perché c’è sempre una guida registica che orienta e seleziona ciò che può diventare scena, ma è comunque uno spazio di libertà, dove ogni contributo viene accolto. Il teatro non è solo salire sul palcoscenico: l’obiettivo profondo è vivere un tempo di qualità insieme, sperimentare, creare. E se anche un gruppo scegliesse di non andare in scena – ipotesi rara ma possibile – il percorso resterebbe prezioso. Perché teatro è anche scrivere scene, progettare immagini, creare costumi, costruire scenografie. Ognuno può trovare il proprio ruolo, scoprendo che il palcoscenico è solo una delle tante strade per vivere l’esperienza teatrale».






